Allenarsi in modo coerente (secondo l'obiettivo prefissato)
Per prepararsi ad affrontare il muro – e limitarne il più possibile gli effetti – è necessario svolgere un volume sufficiente di lavoro in allenamento. Un numero crescente di corridori, disinibiti dalla 'democratizzazione' della distanza della maratona, prende il via di 42,195 km dopo una preparazione insufficiente. E a volte si espone a gravi delusioni...
L'allenamento dovrebbe concentrarsi sullo sviluppo delle qualità di resistenza. È insegnando al corpo ad attingere lentamente alle sue riserve di glicogeno che siamo più efficacemente preparati a limitare gli effetti della pompata al termine degli eventi a tempo.
Occorre quindi correre sempre più a lungo ad una data velocità (quella comoda che permette di mantenere una conversazione senza fiato corto) ma anche lavorare in maniera più qualitativa – split on track o fartlek (implementato dallo svedese Gosse Holmer negli anni '30, è una sessione di allenamento 'split' o 'intermittente' che consiste nel variare l'intensità senza uno schema preciso.Per le sue diverse variazioni di ritmo, il corridore può utilizzare l'ambiente come le salite, il vento...) in natura – al fine di sviluppare la VMA (Massima Velocità Aerobica: Si traduce nell'intensità dello sforzo durante una gara. È personale per ogni atleta). Le qualità cardiovascolari ottimizzate consentono di risparmiare durante uno sforzo di diverse ore, in particolare imparando ad attingere ai grassi e quindi a proteggere il serbatoio di glicogeno.