Propriocezione ed equilibrio
L’equilibrio è il rapporto ottimale tra soggetto e ambiente, quindi l’abilità di ognuno di noi di rimanere in stazione eretta in condizioni statiche o dinamiche. Nel ciclismo però bisogna aggiungere un terzo elemento: la bici. Il ciclista (nel nostro caso, il biker) deve essere in grado di affrontare in sella alla sua bici dei tratti di strada sterrata con fondo molto irregolare che destabilizzano fortemente l’equilibrio dell’atleta, aumentando il rischio di cadute.
La propriocezione, attraverso l’analisi dei feedback sensoriali cinestesici e dei “joint position sense”, permette un costante adattamento tonico-posturale-coordinativo, esprimendo così la capacità di saper riacquistare rapidamente l’equilibrio.
Nel corso degli anni la letteratura scientifica ha cominciato a parlare di propriocettività in campo riabilitativo per indicare l’insieme di segnali provenienti dai propriocettori e il relativo recupero delle funzionalità. Solo in tempi più recenti, si è compresa la possibilità di inserire esercitazioni in sessioni di training mirate al miglioramento della propriocezione per lo sviluppo atletico.
Secondo Dario Riva, presidente della International Society of Proprioception and posture, vi sono 3 modalità di controllo e adattamento sensoriale per poter riuscire a rimanere in equilibrio:
- Propriocettiva-visiva, che permette il controllo posturale più fine attraverso gli arti inferiori, mantenendo testa e tronco “fermi”;
- Compenso degli arti superiori, permette attraverso l’utilizzo degli arti superiori di mantenere l’equilibrio in situazioni in cui gli arti inferiori poggiano su un piano instabile, quindi i feedback vengono acquisiti dagli arti inferiori, mentre gli adattamenti vengono prodotti anche dagli arti superiori;
- Vestibolare, permette il controllo posturale meno efficace attraverso l’apparato vestibolare, sottoponendo la testa a continui cambiamenti di posizione e quindi ad una stimolazione eccessiva che si tramuta in risposte esagerate rispetto alla situazione biomeccanica da gestire.
Rivestono un importante ruolo i propriocettori dei muscoli stabilizzatori, che assicurano un’autoregolazione propriocettiva ed un range angolare fisiologico, attraverso la loro tensione isometrica in sinergia al sistema neuro muscolare.