La storia dell'Orienteering

La storia dell'orienteering

Come è successo che un esercizio militare sia diventato lo sport preferito dagli appassionati delle corse all'aperto? Scopri la storia dell'Orienteering.

Qual è il punto in comune che lega le esercitazioni dell'esercito, la Scandinavia nel XIX secolo, il miglioramento delle bussole, il ritorno alla natura negli anni '60 e i raid multisport? L'orienteering! Oggi l'orienteering è conosciuto e praticato in tutto il mondo, ma la sua storia è ricca di un secolo di avventure.

Quali sono le sue origini, come si è sviluppato, com'è oggi? Ti raccontiamo la storia dell'orienteering.

Storia dell'Orienteering

Le origini militari di uno sport all'aperto!

Per un racconto molto meticoloso sull'orienteering, potremmo iniziare parlando dell'invenzione della bussola nel XI secolo. Ma, più vicino a noi, la storia dell'orienteering inizia in Svezia nel 1850, nell'esercito.

Infatti, prima della voglia di avventura e di correre all'aperto dei praticanti e delle praticanti di orienteering, l’idea di orientarsi su un percorso sconosciuto in mezzo alla natura con l'aiuto di una cartina e di una bussola corrispondeva più che altro alle necessità delle esercitazioni militari.

Molto fiero della propria invenzione, nel 1893 l'esercito svedese sviluppa questa attività ed organizza la prima competizione di corsa d'orientamento. Tra i due, nel 1886 questa esercitazione militare aveva vinto il nome di orienteering che, senza grosse sorprese, si può tradurre con "orientamento”.

Nel xix secolo, l'orienteering punta a nord

Se non possiamo che fare i complimenti alla Svezia per le sue ottime idee di allenamento e per la sua logica quando si tratta di dare il nome ad un nuovo sport, non si può dire lo stesso per il suo senso del segreto militare. Dopo il successo delle competizioni militari, nel 1897 la Norvegia organizza la prima gara di orienteering per i civili. In pochi anni, l'orienteering diventa popolare nei Paesi scandinavi e diventa uno sport a tutto tondo all'inizio del XX secolo.

E fin dalle prime gare ritroviamo degli elementi che sono diventati i punti forti dell'identità dell'orienteering:

 

- La ricerca del percorso che valorizza il paesaggio, che sia naturale o umano (monumenti, edifici…)

- La volontà rendere l'orienteering adatto a tutti i terreni e a tutti i gusti: la prima gara di orienteering a staffetta e sugli sci si è svolta a Oslo nel 1898!

Storia dell'Orienteering

Un cambio di orientamento? ​​​​​​

All'inizio del XX secolo, l'orienteering si sviluppa quindi in Svezia, in Norvegia e in Finlandia, però con una netta preferenza per la corsa piuttosto che per l'orientamento: se ami i percorsi di 20 Km con 3 lanterne potresti essere un nostalgico delle gare degli Anni '20.

Ma, a partire dal 1930, l’arrivo di bussole affidabili, semplici ed economiche permette all'orienteering di proporre percorsi più ricchi di lanterne e di punti di controllo. Contemporaneamente, i formati e le distanze di diversificano. Democratizzato dai movimenti Scout e dai professionisti di educazione fisica, l'orienteering va a posare le sue lanterne in Svizzera, in Ungheria e in URSS, prima di diffondersi nel resto dell'Europa e del mondo dopo la seconda guerra mondiale.

Associazioni e federazioni ad ogni azimut

Negli anni '60, l'orienteering ha una sua federazione internazionale, la IOF (International Orienteering Federation), e diventa un fenomeno popolare in moldi Paesi, in particolare grazie alla nuova consapevolezza ecologica e al movimento di ritorno alla natura.

Ebbene sì, una ex esercitazione militare è diventata lo sport simbolo delle avventure all'aria aperta e del connubio tra testa e gambe. Divertente, no?

Alla fine degli anni '60, la federazione internazionale annovera 16 Paesi membri e lancia l'organizzazione dei campionati del mondo ogni 2 anni.

Negli anni '90, l'orienteering vive una nuova mini-rivoluzione. Dopo le bussole, tocca al sistema di punzonatura modernizzarsi. Le cassette elettroniche nelle lanterne e i chip al dito dei praticanti permettono di cronometrare e confermare il percorso in modo ancora più efficace.

In Francia, la federazione nazionale è nata nel 1970 e comprende ormai più di 200 associazioni, per un totale di 25.000 praticanti, di cui 7.000 tesserati. Un bel progresso, che rispecchia quello dell'orienteering: ogni anno, il World Orienteering Day accomuna più di 250.000 praticanti in tutto il mondo.

L'orienteering oggi: un orientamento a tutto campo

Infatti, ad oggi la federazione internazionale rappresenta più di 70 Paesi e organizza ogni anno dei campionati del mondo. La Norvegia, la Finlandia e la Svezia rimangono i Paesi principe dell'orienteering, ma la Svizzera e la Francia sono ormai delle habitué di queste competizioni, che si disputano nei formati più classici dell'orienteering: lo sprint, la media distanza, la lunga distanza e la staffetta.

I più classici? Eh, sì! Oltre a fare scoprire il divertimento delle lanterne e della bussola in sempre più regioni del mondo, l'orienteering si adatta a tutti i formati e a tutte le modalità di corsa: in raid multisport, sugli sci, a cavallo, in MTB, in città, in subacquea… Sempre con gli stessi obiettivi: godersi il percorso e fare sport anche con la testa!

Ecco la storia dell'orienteering. E tu, qual è la tua storia con l'orienteering? Come hai scoperto questo sport? Condividi i tuoi ricordi, i tuoi aneddoti e i tuoi momenti migliori alla ricerca delle lanterne!    

La storia dell'Orienteering

Merwen

Redattore equipe decathlon

Redattore equipe DECATHLON Appassionato di playground, appassionato di parquet, patito dei bacini d'acqua e grande amante dello sport in generale.